Dall’invidia scaturiscono molte difficoltà relazionali. Quindi, come possiamo interrompere questo atteggiamento e costruire relazioni più positive, per stare meglio con noi stessi e con gli altri?
Sebbene non sia cosa facile ammetterlo l’invidia è uno dei sentimenti che come esseri umani sperimentiamo, in modo più o meno consapevole. Questa consapevolezza circa il nostro stato d’animo può determinare esiti molto differenti. Infatti in generale l’invidia è quello stato d’animo che si associa alla sensazione che qualcuno goda di felicità, benessere, prosperità che non ci appartengono.
Nietzsche diceva “Quanto più in alto sali, tanto più piccolo ti vede l’occhio dell’invidia.”.
Ma perché parliamo di invidia su un blog di Psicologia? Perché si tratta di una corda molto potente. Infatti quando ci sentiamo toccati dal sentimento dell’invidia o siamo così “capaci” di gestire il nostro mondo interno accettando quella parte come stimolo a migliorarci, oppure siamo destinati a esiti relazionali dall’esito infelice. Partiamo da un presupposto: l’invidia nasce da una sensazione di impotenza. Ricordate la favola di Esopo, dove la volpe desidera così tanto l’uva che, non potendo arrivare ad essa, preferì convincersi che fosse acerba? Nella nostra quotidianità l’oggetto dell’invidia può riguardare un bene materiale o spirituale, spesso si tratta di una qualità che sentiamo non avere e che riteniamo difficile se non impossibile raggiungere. Questa sensazione di mancanza, di vuoto interno, fa sì che nel guardare agli altri indossiamo occhiali molto particolari che ci portano a selezionare della vita altrui solo quegli aspetti da cui siamo “ossessionati”. E nel rintracciarli proviamo profonda frustrazione, così tanta che arriviamo a desiderare il “male” di quella persona.
Certo, queste sono osservazioni che si fanno con un occhio esterno e distaccato, mentre nella quotidianità la vita mentale procede ben più velocemente. Così diventa difficile maturare la consapevolezza dei passaggi sopra descritti. Più banalmente accade che si sperimenta una strana, a volte inspiegabile, sensazione di gioia quando la vita dell’altro non va come questi aveva previsto o ancora si prova forte antipatia, magari immotivata, verso alcune persone.
Così tendiamo a criticare, a far circolare pettegolezzi, o più semplicemente ci allontaniamo da chi invidiamo, in modo da non essere toccati dal fastidio che la semplice presenza fa sperimentare.
La filmografia ci aiuta ad avvicinarci a questi concetti: pensiamo al cartone animato di “Biancaneve” e a quanto fa la Strega per assicurarsi che Biancaneve non possa condurre una vita serena, oppure, avvicinandoci al mondo adulto, pensiamo alla Meredith di Grey’s Anatomy che all’inizio della serie viene additata di essere una “raccomandata” e non meritare il posto in cui si trova. Prendendo spunto da questi due esempi possiamo ragionare meglio sulle conseguenze dell’invidia, per poi fare considerazioni che ci conducano a qualche elemento utile per le nostre vite quotidiane. In Biancaneve vediamo quanto tempo la strega perda nel preoccuparsi di rovinare la vita della malcapitata. Del resto anche la Strega era una donna bellissima, ma purtroppo non le interessava tanto ciò che riguardava sè stessa, bensì assicurarsi che l’altro potesse esserle “inferiore”. All’inizio di Grey’s Anatomy invece i rapporti tra Meredith e i suoi colleghi sono in generale molto freddi: i compagni di specializzazione sono preoccupati del fatto che la ragazza si trovi lì grazie il suo albero genealogico, quasi nessuno si interessa di conoscere la ragazza per quella che è lei e che è la sua storia. Tant’è che nessuno si accorge della profonda infelicità che governa la vita di Meredith nonché i grandi problemi nel relazionarsi con una madre molto malata, con la quale ha sempre avuto un rapporto molto difficile. Meredith non viene vista per ciò che è, perché la paura che essa “porti via” la scena è prevalente. Sarà proprio la possibilità di guardare a questa compagna per la persona che è a consentire di mettere da parte i sentimenti di invidia. Questo aprirà le porte a legami di amicizia intensi.
Ma veniamo a noi, cosa può dirci la psicologia e cosa ci insegnano queste storie?
L’invidia nasce da una nostra insicurezza personale e da un investimento smisurato su alcuni “oggetti”, “qualità”, “status”. Un po’ come a puntare tutte le nostre fiches su pochi elementi e temere di perdere tutto qualora la nostra scommessa non venga vinta. Questo ci fa perdere di vista in primo luogo il fatto che la nostra vita si compone di tante sfaccettature e che di sicuro non esiste un “cavallo vincente” che ci porti frettolosamente al galoppo verso la felicità. La felicità è piuttosto un modo di approcciarsi al “percorso” che qualche volta in discesa, altre in salita, percorriamo fiduciosi nel fatto che se si cade ci si possa rialzare e tirar fuori nuove risorse.
Purtroppo se ci fissiamo su una magra sicurezza data dal sentirsi “potenti” per avere qualcosa che qualcun altro non ha, disperdiamo energie che potremmo incanalare invece nel concentrarci su ciò che abbiamo, utilizzando ciò che sentiamo mancare come nuovo stimolo per ingranare la marcia e ripartire verso nuovi orizzonti.
In sintesi, invidiare gli altri ci fa perdere tanto tempo. Capiterà di non aver mai considerato la possibilità di essere invidiosi, tuttavia se ci accorgiamo di utilizzare gran parte del nostro tempo pensando a cosa fanno gli altri, a confrontarci, a desiderare di sentirci un gradino sopra all’altro, ebbene forse questo dovrebbe farci pensare!
L’invidia inoltre mina pericolosamente i nostri rapporti con gli altri. Questo perché quando la frustrazione è troppa le nostre difese psicologiche ci “proteggono” dall’amarezza suscitata dal continuo confrontarsi e così decidiamo improvvisamente che l’altro non merita più la nostra attenzione, la nostra presenza, denigriamo ciò che lo riguarda e ce ne allontaniamo.
Molti legami di amicizia si esauriscono o si spezzano violentemente per effetto dell’invidia. A distanza di tempo questo ci può far sentire addirittura piccoli o stupidi, ma nel frattempo abbiamo già allontanato persone a cui magari volevamo anche un gran bene. E non sempre tali relazioni si possono recuperare così velocemente!
Perciò, quando cominciamo provare “fastidio” senza motivazioni logiche per un nostro amico, un collega, per nostro fratello o chi volete, chiediamoci cosa ci smuove questo sentimento. E soprattutto chiediamoci non tanto cosa fa l’altro per infastidirci, ma quale tasto viene pigiato dentro di noi. E per finire, perchè per me è così fondamentale e assoluto quel bisogno?Solo così potremo far si che i nostri sogni non si trasformino in bi-sogni, che finiscono invece per snaturare la sensazione di serenità e gioia che accompagna nel perseguire e raggiungere un obiettivo.
Cosa ci può aiutare a restare in carreggiata e anche ad aiutare i bambini e ragazzi a non farsi prosciugare dal vortice dell’invidia?
- Mettiamo a fuoco le nostre caratteristiche e i nostri talenti. Ognuno di noi ha delle qualità e delle peculiarità che non sono migliori nè peggiori, ma semplicemente sono “sue”. Così, ognuno di noi, diventa un pezzo del puzzle di un valore inestimabile.
- Non siamo le cose che vorremmo per noi, non siamo gli obiettivi che ci poniamo. Siamo molto di più! Ricordiamo che il nostro valore non dipende da quanto possiamo ottenere. Ogni essere umano ha valore di per sè!
- La vita è movimento e perseguire scopi e tappe può far parte di questo viaggio, però godiamoci anche il percorso! La vita non si realizza solo con l’arrivo del venerdì, con una promozione al lavoro, con una pagella piena di 10 a scuola, e via dicendo. La vita si realizza anche nelle piccole cose e nei tratti di strada che percorriamo quotidianamente per approdare a mete più distanti nel tempo e nello spazio.
- Nulla cambia se non ci impegniamo affinché accada. Pertanto identificate le strade che vogliamo perseguire non facciamoci ossessionare dalle stesse, ma al tempo stesse non aspettiamo che il mondo prenda a girare per noi. Un proverbio africano dice “Chi vuole qualcosa trova una strada, chi non la vuole trova una scusa”. Contribuiamo a costruire passo per passo la nostra strada
© Dr.ssa Sara Azzali
Psicologa Psicoterapeuta Psicoanalista
Studio di Psicologia a Parma e Fidenza (PR)
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su uno di questi social e aiutami a far conoscere il mio blog! 🙂