Ieri un’amica, che sta facendo la baby sitter, mi ha chiesto alcuni suggerimenti circa il modo di affrontare comportamenti aggressivi del bimbo di cui si occupa. Dopo la nostra chiacchierata ho pensato che condividere alcune cose sul blog sarebbe potuto interessare a ben più di una persona,perciò: eccoci qua.
La rabbia è una delle emozioni fondamentali, istintive: come tutte le emozioni esiste per permetterci di adattare il nostro comportamento alle circostanze del mondo esterno, in maniera da trovare una sincronia con esso al fine di salvaguardare la nostra vita fisica e mentale. Trovo molto utile fare riferimento ad Inside Out, film d’animazione, per comprendere, metaforicamente, quando un’emozione non è sta più svolgendo una funzione costruttiva ma viceversa produce un danneggiamento agli altri e/o a noi stessi: nel film suggerito viene mostrato come ogni emozione abbia una sua utilità e, quando una di esse prende il sopravvento su tutte, lì accadono i disastri.
La gestione dell’ira è qualcosa che si apprende strada facendo poiché minore è l’età del bimbo, minore è il numero mezzi di cui esso dispone per lavorare su questa sensazione. In età prescolare la rabbia viene manifestata prevalentemente attraverso l’ azione: a 2-3 anni il bimbo arrabbiato potrà per esempio mordere, graffiare, poi acquisendo abilità di linguaggio potrà cominciare ad esprimersi maggiormente con le parole, per esempio facendo capricci (vedi articolo sui capricci). Gestire la rabbia dei bambini può essere difficile sia per genitori che per altre figure educative, tuttavia è compito dell’adulto accompagnare il bimbo a scoprire altre modalità per affrontare al meglio le frustrazioni.
Per far questo è fondamentale considerare che:
– i bimbi in età prescolare possono sembrare “esplodere” di rabbia e possono avere crisi esagerate se guardate dal punto di vista di un adulto, ma che derivano dalla mancanza di una strada alternativa per affrontare al meglio una sensazione che può esser vissuta con molta paura: spesso i bambini che tendono ad esplodere sono altrettanto spaventati dalla potenza della loro reazione, pertanto l’adulto dovrebbe contenere il bambino, sia con le parole che fisicamente;
– spesso la reazione di rabbia di un bambino diventa quasi contagiosa così che anche l’adulto viene travolto dall’ira, per esempio perché leggiamo ciò che accade come maleducazione, oppure perché non ci sentiamo rispettati, o per mille altre ragioni: quando l’adulto si arrabbia altrettanto, si instaura però un paradosso nella comunicazione in quanto chiediamo al bimbo di fermare proprio quel comportamento che noi stessi stiamo mettendo in atto!
– i bimbi tendono ad imitare i comportamenti che vedono: pertanto se noi adulti ci comportiamo aggressivamente, se i programmi televisivi o i materiali che si trovano sul web offrono sequenze violente, il bimbo potrà portare maggiormente in scena tali atteggiamenti per imitazione;
– infine, dobbiamo spiegare ai piccoli perché “esplodere” di rabbia non ci è utile, in quanto siamo noi grandi a doverli prendere per mano e accompagnare nella scoperta di modalità costruttive piuttosto che distruttive, fiduciosi nel fatto che ciò che stiamo loro insegnando gli servirà non solo nel presente, ma anche in ogni relazione futura.
Per i genitori molto in difficoltà in questo ambito vorrei suggerire di provare anche ad utilizzare libretti, favole, cartoni che raccontino qualcosa sulla rabbia, in maniera che i loro piccoli possano lavorare, dentro di loro, anche attraverso tali canali.
Dottoressa Azzali Sara
Psicologa e Psicoterapeuta a Parma e a Fidenza